Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C’è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo. (David Lynch)
C’è poco da fare, puoi girare il mondo, riempire palazzetti e godere di tutte le gioie dell’essere una band che ha fatto dei live il motore della propria storia, ma quello che abbiamo vissuto nel corso dell’ultimo mese è qualcosa che va oltre l’immaginazione. Victor Hugo diceva che il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma, allo stesso tempo, il teatro è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco. Ecco, forse mai come questa volta ci siamo davvero resi conto della verità delle parole del padre del Romanticismo francese. Su quei palchi, da quelli minuscoli dove l’intimità tra noi e voi ha toccato apici assoluti, a quelli più grandi dove a fatica sentivamo quello che stavamo suonando, abbiamo ritrovato prima di tutto noi stessi, insieme alla voglia di stravolgere, rivisitare e riscoprire per intero il nostro repertorio. Brani che sembravano ormai chiusi nella classica scatola dei ricordi ci hanno fatto emozionare come il primo giorno in cui li suonammo e, messi vicini a quelli scritti di recente, ci siamo resi conto che, in fin dei conti, il nostro modo di comporre sia rimasto sempre lo stesso. Per quello, forse, ce la prendiamo così tanto quando ci dicono che non siamo più gli stessi: perché è solo andando oltre le convenzioni e i pregiudizi che si capisce davvero l’essenza di una band come la nostra. È vero, non abbiamo mai amato autocelebrarci, ma dopo tanto tempo on the road ci sembrava giusto darvi quello che ci chiedevate da tempo e tornare un po’ a suonare nel modo in cui molti dei nostri pezzi erano nati. Già solo dopo questa prima parte di tour, ma in realtà già dopo la prima data di Assisi, abbiamo capito di non aver sbagliato scelta. Un sipario si è dunque chiuso, ma sapete bene che molti altri, ricchi di novità e di sorprese, stanno già per riaprirsi. Quindi, se vi siete persi questo primo assaggio non disperate, perché le possibilità si tornare a sudare insieme a noi non mancheranno. A chi ha già assistito a qualche data, invece, non ci sentiamo di dire nulla, perché sappiamo di poterlo fare nuovamente dal vivo fra poco più di un mese. Anzi no, qualcosa vorremmo dirvela: grazie, perché senza di voi non saremmo arrivati nemmeno al 1995. Keep On Rocking In A Free World.
Foto di Michele Piazza