2. L’uomo sogna di volare
3. Rotolando verso sud
4. Il libro in una mano, la bomba nell’altra
5. Radio Conga
6. Hemingway
7. Luna
8. Un giorno di ordinaria magia
9. Sale
10. E sia splendido
11. Magnolia
12. Gioia infinita
13. La tua canzone (Radio version)
2. Vai ragazzo vai
3. Cambio
4. Bum bum bum
5. Ho imparato a sognare
6. Brucerò per te
7. In ogni atomo
8. Bonanza
9. Che rumore fa la felicità
10. Tutto bene
11. Dannato Vivere
12. Mama Maè
13. Lontani dal mondo
Un giro d’orizzonte. E i Negrita lo fanno alla loro maniera: senza mai ripetersi. ‘Deja vu’ non è solo un greatest hits. E’ il nuovo doppio disco dei Negrita in cui i brani sono stati completamente risuonati in studio in modalità semiacustica. Con in scaletta i brani più famosi e quelli meno noti della band che è riuscita a saldare al meglio la grande storia del rock con la tradizione cantautorale italiana. Da “Mama maè” a “Rotolando verso sud” fino a vere gemme nascoste come “Vai ragazzo vai” o “Bonanza” o “Bum bum bum”. In più ci sono due inediti, “La tua canzone” (tormentone dell’estate 2013, programmatissimo da tutte le radio) e la semplicemente complessa “Anima lieve”. “E’ una raccolta atipica, che dimostra quanto la nostra musica sia organica e abbia sempre seguito lo stesso filo conduttore”, dice Pau, che in ‘Deja vu’ ha la voce agile del rocker di lungo corso che però conserva la sincerità degli esordi. Quasi che migliaia di concerti e oltre dieci dischi fossero semplicemente ‘Un giorno di ordinaria magia’ (qui in una intensissima versione). E’ la magia dei Negrita, il loro instancabile ‘mayday mayday’ che in ‘Radio Conga’ lanciano dal “centro della giungla” all’universo musicale italiano. “Deja vu” è un sogno che ci portiamo dietro da tanto tempo e abbiamo aspettato il momento giusto per realizzarlo”, dice Pau, che da Capolona, provincia di Arezzo, è diventato con i suoi compagni di band uno dei simboli del rock più sincero in circolazione. “Non fate come me” canta in un’inedita versione di ‘L’uomo sogna di volare’, riassumendo l’istinto disperato e consapevole di chi dal palco ha osservato la vita per tanti e tanti anni.Ventisei canzoni. Ventisei obiettivi centrati. La formula è quella consacrata in album di successo, dai Nirvana a Eric Clapton, che hanno consegnato all’immaginario di qualsiasi amante del rock: l’unplugged. Il cavo dell’amplificazione (quasi) staccato. I Negrita unplugged. Ma solo per dire. L’intensità degli arrangiamenti e, diciamolo, dell’esecuzione sono splendidamente rock. Anzi talvolta (come in ‘Sale’) ancora più grintosi. E danno riflessi nuovi anche a brani straconosciuti come ‘Brucerò Per Te’, che conserva il vigoroso macramè della chitarra solista ad accompagnare versi ormai diventati inni generazionali: “Sei la luce che squarcia il mio vuoto banale”. Il merito è anche della vitalità di violoncelli, cembali, armoniche e organi Hammond che spuntano qui e là come regali inattesi. Il pubblico del trionfale tour acustico dei Negrita li ha già ascoltati nei 35 concerti della scorsa primavera: chiusura nel prestigioso Arcimboldi di Milano, tutto esaurito quasi ovunque, un segnale in forte controtendenza con l’andamento del mercato degli spettacoli dal vivo. A tutti gli altri non resta che attendere i nuovi concerti che promettono di diventare uno degli eventi musicali dell’autunno, sempre incalzanti “sopra un’onda che mi tira su” come cantano in ‘Rotolando verso sud’. Perché, in fondo, il bello dei Negrita è che non passano mai di moda. Come ogni band che segue soltanto il vento della propria musica.
(Paolo Giordano)